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Il Plan for Every Part: la gestione dei dati critici per prendere le giuste decisioni. Scopriamolo insieme!

1. Perchè costituirlo: gli obiettivi strategici

Per rendere uno stabilimento più ”snello”, non basta applicare metodologie e strumenti della Lean production alle linee o isole di produzione. Per raggiungere questo obiettivo, è necessario introdurre un sistema lean di approvvigionamento, che sia in grado di far scorrere i materiali a costi più bassi e con la massima accuratezza.

Di cosa si ha bisogno quindi per raggiungere l’obiettivo finale di una Lean Logistics?

 

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Figura 1 - Spaghetti chart per la movimentazione dei materiali



2. Lo strumento PFEP


Il Plan For Every Part, ovvero “piano per ogni componente”, è un DATABASE che raccoglie informazioni caratteristiche per ciascun componente che entra in stabilimento. È il primo passo necessario alla realizzazione degli obiettivi sopraelencati.

Il PFEP contiene di fatto tutti i dati utili alla gestione del componente, come ad esempio la descrizione, i consumi storici, le aree di utilizzo o informazioni di possibile interesse legate al fornitore.

In particolare, questo strumento è quello nel quale vengono inserite le informazioni in merito ai contenitori utilizzati. Questo dato è tipicamente critico nella gestione dei materiali e spesso non tenuto sotto controllo nei processi aziendali.

Ovviamente, ogni azienda deve analizzare le categorie di informazioni da inserire nel PFEP in base al proprio contesto e alle proprie esigenze; aziende e categorie di componenti diversi potranno vedere raccolte e gestite informazioni diverse.

La parola d’ordine alla base dello strumento deve rimanere una sola: FLESSIBILITA’.

 

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Figura 2 - Il PFEP: alcuni dati da inserire



Di seguito vengono elencate alcune categorie di informazioni tipicamente inserite nel database, che aiutano nella gestione del materiale (elenco non esaustivo):


3. Spunti per la creazione

Quanto estendere lo strumento? È buona norma, al fine di riuscire a gestire le criticità e la complessità gestionale dello strumento, partire sempre da un obiettivo che si è certi di poter gestire. Sembra un consiglio ovvio, ma 8 progetti su 10 tipicamente falliscono proprio per questa ragione. È molto meglio cominciare da un progetto contenuto, ma che possa portare ad un esempio di eccellenza all’interno del sistema aziendale, per poi espanderlo, piuttosto che iniziare con un perimetro troppo ambizioso e fallire.

Che grado di dettaglio devono avere i dati inseriti? In alcuni casi è bene mantenere un grado di dettaglio molto elevato. Si porta ad esempio la dimensione dei contenitori: è bene distinguere tra categorie diverse le varie misure, così da poterle riorganizzare più facilmente in un secondo momento, ad esempio per la creazione di un supermarket.

Come mantenere aggiornato il PFEP? È fondamentale nominare un “Responsabile PFEP” e definire precise istruzioni da condividere, per richiedere eventuali modifiche alle informazioni contenute nel documento.

 

4. I passi successivi

Una volta accuratamente raccolte tutte le informazioni, il Plan For Every Part permetterà:

 

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Figura 3 - PFEP come strumento per migliorare il LT



Non avere un PFEP comporta moltissimi sprechi di tempo nel raccogliere tutte queste informazioni.

Ci vuole tempo per costruirlo, ma è sicuramente un vantaggio competitivo per un’azienda Lean che vuole impostare il proprio sistema logistico in ottica pull.